lunedì 15 ottobre 2018

IL SISTEMA FONETICO

Sistema Fonematico Italiano
Fonetica e fonologia
• La fonetica è la scienza che studia le proprietà fisiche e fisiologiche dei suoni del linguaggio.
• La fonologia è la scienza che studia e classifica le rappresentazioni astratte dei suoni distintivi nel linguaggio.
2. Grafemi e fonemi
• Le lettere di un sistema alfabetico sono i segni grafici (grafemi, dal greco gráphein = scrivere) che rappresentano i suoni e i rumori utilizzati concretamente dalla lingua parlata.
• Tutte le entità fonico-acustiche concrete adoperate nel linguaggio sono dette foni (dal greco phoné = suono).
• Le entità fonico-acustiche minime di una lingua con valore distintivo (ovvero che permettono alla nostra mente di distinguere due parole di diverso significato) sono dette fonemi.
 3. Sistema fonologico
Il sistema fonologico di una lingua è l’insieme dei fonemi che la compongono.
• Il normale alfabeto italiano, rispetto ad altre lingue, ha una buona corrispondenza con il sistema fonologico (più di metà dei suoi grafemi corrispondono biunivocamente ai fonemi che rappresentano), ma comunque non è sufficiente a rappresentarlo tutto in modo preciso.
• Per rappresentare fedelmente il sistema fonologico si utilizza un alfabeto fonetico. Il più diffuso è l’Alfabeto fonetico internazionale, comunemente indicato con le sigle AFI o IPA (International phonetic alphabet.Descripción: A, a /a/
B, b /b/
C, c /k/ o /tʃ/
D, d /d/
E, e /e/ o /ɛ/
F, f /f/
G, g /ɡ/ o /dʒ/
H, h -
I, i /i/ o /j/
L, l /l/
M, m /m/...   

4. Digrammi e trigrammi
      Per rappresentare alcuni fonemi senza un preciso corrispondente nel sistema alfabetico italiano si usano combinazioni di due o tre grafemi:
      ʎ (fonema laterale palatale sonoro) → diventa “GL” in parole dove è seguito da “i” come figli, tagli [fiʎi, taʎi] e “GLI” in parole come figlio, taglio [fiʎo, taʎo] (quindi è sempre seguito da “i”, vocale o segno grafico).
      ɲ (fonema nasale palatale sonoro) → diventa “GN” seguito da qualunque vocale (ogni, legno, agnello); diventa “GNI” esclusivamente in alcune voci verbali alla prima persona plurale dell’indicativo presente, come bagniamo, disegniamo [baɲamo, diseɲamo].
      ʃ (fonema fricativo palatale sordo) → diventa “SC” in parole dove è seguito da “e” o da “i” come scelta, nascita, [ʃelta, naʃita], ma diventa “SCI” nei termini scienza, coscienza, [ʃɛntsa, koʃɛntsa] nei loro derivati e in alcune parole dove è seguito da “a”, “o”, “u” (sciame, sciopero).
   5. Digrammi e trigrammi
      I fonemi affricati palatali /tʃ/ e /dʒ/ sono rappresentati rispettivamente dai digrammi “CI” e “GI” nei seguenti casi:
      Davanti alle vocali “a, o, u” (bilancia, bacio, giallo, gioco).
      Nei plurali dei sostantivi che al singolare terminano in “-Cia” e “-gia” preceduti da vocale (socie, ciliegie, valigie).
      In alcuni casi - per motivi etimologici - davanti ad “ɛ” aperta accentata o “e” finale (cieco, cielo, crociera, specie, società, sufficienza, superficie e igiene, raggiera, formaggiera…).
6. Digrammi e trigrammi
·         Il grafema “h” da sola non corrisponde a nessun fonema, ma rappresenta sempre e solo un tratto distintivo:
      Davanti alle vocali “e” e “i” distingue il fonema /k/ dal fonema /tʃ/ (china [kina] e Cina [tʃina]) e il fonema /g/ dal fonema /dʒ/ (ghetto [get:o] e getto [dʒet:o]).
      Preposta alle forme verbali del verbo avere “ho, hai, ha, hanno” le distingue da parole omofone (“o” congiunzione, “ai, a” preposizioni, “anno” nome).
      Anteposta alle esclamazioni “oh!, ah!, ahi!...” le distingue da parole omofone.
7. Digrammi e trigrammi
Il grafema “q” in italiano è sempre seguito dal grafema “u”:
·         QU” rappresenta il fonema consonantico /k/ seguito dalla semiconsonante /w/ (sempre seguita da una vocale più aperta).

·         Si usa “CU” invece di “QU” davanti a consonante o alla vocale aperta /ɔ/ (cuore, percuoto, scuola, cuocere [kwɔre, perkwɔtere, skwɔla, kwɔtʃere]…), ma - per motivi etimologici – fanno eccezione i termini quoziente, quota, quotidiano, quotazione, quorum.

·         Il raddoppiamento di /kw/, in parole come acqua o acquisto, si scrive “CQU”; l’unica eccezione è la parola soqquadro.

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