IL SISTEMA FONETICO
Sistema Fonematico Italiano
Fonetica e fonologia
• La fonetica è la scienza che studia le proprietà fisiche e
fisiologiche dei suoni del linguaggio.
• La fonologia è la scienza che studia e classifica le rappresentazioni
astratte dei suoni distintivi nel linguaggio.
2. Grafemi e fonemi
• Le lettere di un sistema alfabetico sono i segni grafici (grafemi, dal greco gráphein = scrivere) che rappresentano i suoni e
i rumori utilizzati concretamente dalla lingua parlata.
• Tutte le
entità fonico-acustiche concrete adoperate nel linguaggio sono dette foni (dal greco phoné = suono).
• Le entità
fonico-acustiche minime di una lingua con valore
distintivo (ovvero che permettono alla nostra mente di distinguere due
parole di diverso significato) sono dette fonemi.
3. Sistema
fonologico
• Il sistema fonologico di una
lingua è l’insieme dei fonemi che la compongono.
• Il normale
alfabeto italiano, rispetto ad altre
lingue, ha una buona corrispondenza con il sistema fonologico (più di metà dei
suoi grafemi corrispondono biunivocamente ai fonemi che rappresentano), ma
comunque non è sufficiente a rappresentarlo tutto in modo preciso.
• Per
rappresentare fedelmente il sistema fonologico si utilizza un alfabeto fonetico. Il più diffuso è l’Alfabeto fonetico internazionale,
comunemente indicato con le sigle AFI o IPA (International phonetic alphabet.
4. Digrammi e trigrammi
•
Per
rappresentare alcuni fonemi senza un preciso corrispondente nel sistema
alfabetico italiano si usano combinazioni di due o tre grafemi:
•
ʎ (fonema
laterale palatale sonoro) → diventa “GL” in parole dove è seguito da “i”
come figli, tagli [fiʎi, taʎi] e “GLI” in parole come figlio,
taglio [fiʎo, taʎo] (quindi è sempre seguito da “i”, vocale o segno
grafico).
•
ɲ (fonema
nasale palatale sonoro) → diventa “GN” seguito da qualunque vocale (ogni,
legno, agnello); diventa “GNI” esclusivamente in alcune
voci verbali alla prima persona plurale dell’indicativo presente, come bagniamo,
disegniamo [baɲamo, diseɲamo].
•
ʃ (fonema
fricativo palatale sordo) → diventa “SC” in parole dove è seguito da “e”
o da “i” come scelta, nascita, [ʃelta, naʃita], ma diventa “SCI”
nei termini scienza, coscienza, [ʃɛntsa, koʃɛntsa] nei loro derivati e
in alcune parole dove è seguito da “a”, “o”, “u” (sciame, sciopero).
5. Digrammi
e trigrammi
•
I fonemi affricati palatali /tʃ/ e /dʒ/ sono rappresentati rispettivamente
dai digrammi “CI” e “GI” nei seguenti casi:
•
Davanti
alle vocali “a, o, u” (bilancia, bacio, giallo,
gioco).
•
Nei
plurali dei sostantivi che al singolare terminano in “-Cia” e “-gia”
preceduti da vocale (socie, ciliegie, valigie).
•
In
alcuni casi - per motivi etimologici - davanti ad “ɛ” aperta accentata o “e”
finale (cieco, cielo, crociera, specie, società,
sufficienza, superficie e igiene, raggiera, formaggiera…).
6. Digrammi e trigrammi
·
Il
grafema “h” da sola non corrisponde a nessun fonema, ma rappresenta
sempre e solo un tratto distintivo:
•
Davanti alle vocali “e” e “i” distingue il fonema /k/ dal fonema /tʃ/ (china [kina]
e Cina [tʃina]) e il fonema /g/ dal fonema /dʒ/ (ghetto [get:o] e getto
[dʒet:o]).
•
Preposta
alle forme verbali del verbo avere “ho, hai, ha, hanno” le distingue
da parole omofone (“o” congiunzione, “ai, a” preposizioni, “anno” nome).
•
Anteposta
alle esclamazioni “oh!, ah!, ahi!...” le distingue da parole omofone.
7. Digrammi e trigrammi
Il grafema “q” in italiano è sempre seguito dal
grafema “u”:
·
“QU” rappresenta il fonema consonantico /k/ seguito dalla semiconsonante /w/
(sempre seguita da una vocale più aperta).
·
Si
usa “CU” invece di “QU” davanti a consonante o alla vocale aperta /ɔ/ (cuore, percuoto,
scuola, cuocere [kwɔre, perkwɔtere, skwɔla, kwɔtʃere]…), ma - per motivi
etimologici – fanno eccezione i termini quoziente, quota, quotidiano,
quotazione, quorum.
·
Il raddoppiamento di /kw/, in parole come acqua o acquisto, si
scrive “CQU”; l’unica eccezione è la
parola soqquadro.